venerdì 26 febbraio 2010

Nota delle ACLI calabresi sulle elezioni regionali

La presidenza regionale delle Acli, le storiche “associazioni cristiane dei lavoratori italiani”, che hanno in Calabria una radicata presenza, ha diffuso una nota sull’impegno socio-politico recependo anche le indicazioni del documento dei Vescovi sul Sud.
«Il turno elettorale del 28-29 marzo costituisce, per la Calabria un vero e proprio banco di prova. Per le Acli, da sempre fiere della propria autonomia e che amano definirsi “movimento schierato per il bene comune”, le priorità che stanno a cuore ai cittadini sono le risposte concrete che fanno riferimento ai bisogni sociali più diffusi.
Ad avviso delle Acli si ripropone la necessità della formazione dei quadri dirigenti politici,  finalizzata alle scelte di programma e non alla vergognosa prassi del  trasformismo e che faccia, proprio del  bene comune, il prioritario impegno della testimonianza ridando  impulso alla speranza.
Le Acli non hanno nessuna intenzione di sostituirsi alla politica: hanno invece l'ambizione, attraverso il Movimento, di creare solide collaborazioni tra società civile e ceto politico e di concorrere a determinare “l'ordine del giorno” della stessa:  quali obiettivi, scelte e priorità.
Di certo la Calabria esige una qualità della politica intesa come servizio ai cittadini, che  incoraggi l’assunzione di responsabilità a cominciare proprio dall'espressione del voto.
Pertanto, nell’imminenza  delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale le  Acli calabresi chiedono alle formazioni politiche di:
 favorire l'effettivo rinnovamento scegliendo persone di provata onestà e competenti. Non presentare candidati appartenenti o vicini a cosche mafiose ed a lobby occulte. Proporre programmi concreti che mirino ad uno sviluppo socio-economico non clientelare né assistenzialistico e con scadenze certe di realizzazione. Le questioni sociali non sono solo economiche ma scaturiscono dalla concezione dell’uomo su cui deve fondarsi una società. Esperienza e logica razionale  dimostrano come la tutela della famiglia sia il punto cardine delle politiche sociali. Per questo chiediamo l’adozione del “quoziente familiare”.
Ai candidati di: ricordarsi che la politica è servizio e non arbitrio di potere.
Ai cittadini: di esercitare responsabilmente il diritto di voto; non lasciarsi irretire dallo scambio voto-favore; scegliere candidati onesti, con programmi chiari.
Ai fratelli  in Cristo: di ricordarsi che la politica è "il campo più vasto della  carità", che esige, nel legittimo pluralismo e nella piena responsabilità personale, la partecipazione attiva anche se rischiosa e l’impegno per la costruzione di una società più giusta senza deleghe in bianco.
Solo in questa prospettiva  sarà possibile costruire la casa comune dei calabresi e, una volta per tutte, la Politica sarà in grado di fare il salto di qualità, riassumendo un ruolo alto, non solo per risolvere i problemi che affliggono il nostro Sud ma anche quello dell’esercizio trasparente del potere guidato dai princìpi  etici per il perseguimento del bene comune».

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