Il Papa agli esponenti di 15 fedi diverse: «La nostra voce concorde per risolvere i conflitti»
Il Papa, « ambasciatore di pace » , chiede un sempre maggiore impegno, condiviso da tutte le religioni, per « aiutare il mondo a conseguire la pace » . Infatti « in un mondo minacciato da sinistre e indiscriminate forme di violenza, la voce concorde di quanti hanno spirito religioso stimola le nazioni e le comunità a risolvere i conflitti con strumenti pacifici nel pieno rispetto della dignità umana » . È stata la solenne Sala Capitolare della cattedrale di St. Mary, a Sydney, a fare da cornice ieri mattina all’incontro tra Benedetto XVI e i rappresentanti di quindici differenti religioni, tra cui ebrei, musulmani, buddisti, induisti, zoroastriani e sabei ( quest’ultima una confessione irachena, sbarcata in Australia con gli immigrati di quel Paese), con ciascuno dei quali, al termine, il Pontefice s’è intrattenuto qualche minuto a colloquio. Ad accogliere Papa Ratzinger sono stati i saluti rivoltigli dal rabbino Jeremy Lawrence e dallo sceicco Mohamadu Saleem, rappresentanti rispettivamente delle comunità ebraica e musulmana della città. Saluti che il Pontefice ha « particolarmente apprezzato » , come ha riferito più tardi il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, citando in particolare l’auspicio di Saleem che ha proposto il « fondamentalismo dell’amore » come antidoto al « fondamentalismo dell’odio » . « Molto positivi » poi, ha aggiunto Lombardi, sono apparsi al Papa anche i riferimenti frequenti alla Gmg, che « ci aiutano a vivere questo evento in modo unitario » . Un Benedetto XVI dunque « soddisfatto ed entusiasta » – sono sempre le parole del portavoce – che nel discorso rivolto ai rappresentanti delle altre religioni ha messo in evidenza che « il senso religioso radicato nel cuore dell’uomo » guida gli uomini « ad andare incontro alle necessità degli altri e a cercare vie concrete per contribuire al bene comune » , in quanto « educa l’uomo al sacrificio e all’autodisciplina » , a « una vita semplice e modesta » . Dando il benvenuto al Papa, Lawrence aveva osservato come « incontri come questo evidenziano i tratti in comune piuttosto che le differenze » , citando in proposito le posizioni comuni su questioni come la difesa dell’ambiente, della vita, del diritto, della giustizia, contro l’oppressione e la persecuzione. In questo senso, aveva aggiunto il rabbino, « la Gmg rappresenta il suo impegno nella prosecuzione di questo dialogo... per il bene dell’umanità dobbiamo far diventare lo straniero un vicino e il vicino un amico, trasformare gli stereotipi dei cristiani, ebrei e musulmani in esseri umani, in amici e cooperatori nella costruzione di un villaggio globale condiviso » . Una prospettiva condivisa da Saleem, secondo il quale, per far progredire il dialogo è necessaria più apertura da parte dei musulmani e, nello stesso tempo, meno pregiudizi da parte dei cristiani. (Salvatore Mazza - Avvenire del 19/07/2008)
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