Associazione Culturale “Don Emanuele Ostellari”- Cosenza
Centro Studi “Marco Biagi” - Acli Calabria - www.aclicosenza.blogspot.com/
ISIIN – Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale - www.identitanazionale.it/
Promuovono una proiezione speciale della pellicola di Andrzej Wajda “Katyń”
Il film sarà introdotto da una breve presentazione del Prof.Leonardo Spataro, dell'Associazione culturale "Don Emanuele Ostellari" di Cosenza e di Filippo Salatino del Centro Studi "Marco Biagi" delle Acli della Calabria. Al termine vi sarà la testimonianza di un familiare delle vittime del massacro.
ore 9,30 Proiezione per studenti e docenti delle scuole superiori
ore 19,45 Proiezione per tutti coloro aderiscono all'iniziativa
Andrzej Wajda: regista noto in tutto il mondo per aver realizzato capolavori come “I dannati di Varsavia” (racconto dell’insurrezione dell’agosto-settembre 1944 dell’Armia Krajova, la Resistenza nazionale polacca), ‘Danton’ (sullo scontro mortale, durante la Rivoluzione francese, fra Danton e Robespierre), ‘L’uomo di marmo’ (sulla condizione operaia nella Polonia comunista degli anni 1950-1960), ‘L’uomo di ferro’ (ideale seguito del precedente, sulla lotta di Solidarnosc nella Polonia degli anni 1980), fa scorrere davanti ai nostri occhi la dignità e il coraggio delle vittime, la tenacia e la fierezza delle donne e dei familiari che aspettano contro ogni speranza il ritorno a casa dei loro cari, l’angoscia di un’intera nazione schiacciata da 2 opposti totalitarismi – nazionalsocialismo e bolscevismo - che si rinfacciano la responsabilità dell’eccidio fino al trionfo della menzogna imposta dal vincitore sovietico e sostanzialmente accettata dagli Alleati occidentali. Solo dopo la caduta del comunismo (dopo il 1989) la verità su “Katyń” ha smesso di essere un argomento tabù.
“Katyń”: è un bosco di betulle a circa 20 km da Smolensk dove i bolscevichi nel 1940 trucidarono a freddo oltre 5 mila ufficiali polacchi, presi prigionieri grazie al “patto Molotov-Ribbentrop” stretto dai ministri degli Esteri tedesco e sovietico il 23 Agosto 1939 che causò direttamente lo scoppio della Seconda Guerra mondiale con l’invasione della Polonia il 1° Settembre da parte della Germania ed il 17 Settembre da parte dell’URSS. Katyń sono anche sia le fosse dove per 50 anni la verità è stata sepolta sotto una lapide che accusava della strage i tedeschi, sia - secondo Victor Zaslavsky, professore di Sociologia politica alla Luiss di Roma, autore di Pulizia di classe (Il Mulino) - la dimostrazione della stretta e radicale parentela tra i 2 più terribili totalitarismi del secolo breve: il rosso e il bruno.
Il perché di quest’iniziativa: per ripensare a tematiche molto complesse: la natura dei regimi totalitari, in particolare dell’ideocrazia comunista, la sua pretesa di possedere l’anima dei cittadini e i rapporti tra le persone attraverso l’indottrinamento ideologico, la delazione, la menzogna sul passato e sul presente, il sistema di privilegi e punizioni dentro cui erano rinchiusi i «piccoli uomini grigi allineati» con il potere per dirla con Hannah Arendt. Soprattutto però vi è il grande valore educativo di quanti hanno saputo opporsi a questi perversi meccanismi. Figure esemplari di resistenza morale, culturale, di solidarietà sociale che hanno spezzato la spirale della menzogna e delle regole imposte dal regime nel presente, consapevoli che, forse, solo i propri figli o nipoti avrebbero colto i frutti del loro lavoro. Per il giornalista Konstanty Gebert «la libertà era nata prima nelle nostre teste e poi si è allargata a chi avevamo intorno, perché l’incontro con una persona libera, nonostante tutto, anche se pativa dei soprusi, generava il desiderio di imitarla ed essere in compagnia di uomini così ci rendeva felici. Non avremmo mai potuto scambiare i nostri incubi (la prigione?) con i loro (la perdita del potere)». Riflettere su tali figure e conoscere le loro storie, significa incontrare testimoni della dignità incoercibile dell’uomo e della sua capacità di pensiero autonomo; attraverso quest’incontro si genera una vera capacità critica in grado di giudicare anche il presente, e questa è un’eredità preziosa per le giovani generazioni.
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