giovedì 4 dicembre 2008

Come sentinelle del mattino in un mondo che cambia


Messaggio di S.E. Mons. Santo Marcianò - Arcivescovo di Rossano e Cariati - ai partecipanti al II Congresso Provinciale dei Giovani delle ACLI

Carissimi,

mi dispiace non essere con voi oggi, per la celebrazione del II° congresso provinciale dei giovani delle ACLI. Il vostro appuntamento coincide con il convegno promosso dalla Commissione Regionale per la Famiglia e la Vita, di cui sono presidente, che si tiene proprio oggi a Lamezia e che vuole celebrare i 40 anni dell’enciclia Humanae Vitae di Paolo VI. Voglio esprimere tuttavia la mia vicinanza e il mio sostengo ai vostri lavori, abbracciandovi tutti con affetto.

L’esigenza di essere “sentinelle” nel tempo in cui viviamo, ci sollecita a sapere leggere la nostra realtà con occhi sapienti e con autentico spirito evangelico. La Parola di Dio è per noi, infatti, “luce ai nostri passi” come ci ricorda il Salmo; essa rivela e denuncia, è Parola che ci scomoda e ci sollecita.

Provo ad offrirvi delle brevi sollecitazioni che riprendo da uno dei più interessanti osservatori contemporanei, Robert Musil, il quale descrivendo il clima che caratterizza questa nostra epoca, parla di “prassi della stupidità”: egli parla di un clima che deteriora la qualità della vita personale e collettiva; si vive un appiattimento acritico su modelli culturali importati, su una cultura dell’apparire ampiamente dominante rispetto alla cultura dell’essere. Mi viene in mente una frase terribile di Kierkegaard che dice: “Ormai la nave è in mano al cuoco di bordo, e ciò che egli trasmette al comando non è più la rotta da seguire, ma la lista di ciò che mangeremo domani”. È una frase forte, che credo colga profondamente nel segno del disagio attuale. Quasi a commento dell’acuta osservazione di Kierkegaard, ecco delle osservazioni di Mons. Gianfranco Ravasi: “Il vuoto dell’anima è la condizione più terribile, perché il risultato di una vera e propria desertificazione dello Spirito. Oso dire che è peggio del peccato. Dal peccato ci si può ravvedere, ma il vuoto è l’assenza della vita. Purtroppo non si tratta di casi isolati. Questa assenza di anima sta dilagando”. “Attribuisco una parte della responsabilità alla televisione, che è mezzo egemone di comunicazione (il mezzo più potente, dicono gli esperti). Il messaggio di base, quello che viene diffuso in cento modi diversi, e tuttavia univoci, riguarda che cosa mangeremo, come ci vestiremo, che cosa consumeremo, in che modo ci divertiremo”.

Alla nostra realtà in continuo cambiamento siamo chiamati, sull’esempio di San Paolo, ad offrire una parola che è quella del Vangelo, una Parola chiara, aperta, diretta, una Parola coraggiosa perché “piena” di colui che dà forza a tutto. “Tutto posso in colui che mi dà forza” (Fil 4,13) dice Paolo.

Sotto vari aspetti, il contesto culturale di oggi non differisce molto da quello del tempo di San Paolo. Aprendo l’anno Paolino il Papa ha elencato proprio le caratteristiche della società in cui Paolo viveva e che sono facilmente rintracciabili nella nostra epoca storica: pensiamo solo al “paganesimo imperante” e alla “crisi della religione tradizionale”. In questo difficile contesto Paolo si pone in ascolto delle Parole del Signore che, dopo la sua conversione, si rivolge a lui dicendogli: “Non aver paura, ma continua a parlare e non tacere, perché io sono con te” (At 18, 9). Anche a noi oggi il Signore rivolge il suo invito a saper superare tutte le paure e a saperci porre come sentinelle in un tempo che sembra sprofondare dentro una pericolosa indifferenza, in una apatia mortale dalla quale solo le vostre forze giovani potranno risvegliarlo. Ecco che la forza del Vangelo è quello che si accende nel vostro cuore come desiderio di un mondo nuovo, un mondo capace di mettere da parte l’idolo del denaro e del successo a buon mercato, per porre al centro l’unica fonte della vita e della gioia, Cristo Signore.

Con affetto saluto tutti voi e di cuore vi benedico.

Santo Marcianò

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